Tag

, ,

ultimamente, questa pagina bianca, mi fa paura, ché la sento bestemmiare.

ci sono cose che bestemmiano alla vita, come i silenzi, le confusioni. le strade  senza uscita.

si viene giudicati in continuazione, e con molta più frequenza, gli occhi vengono smentiti, dal vuoto stesso che crea l’incoerenza. vorrei essere diversa.

Lui ci ha creati a sua immagine e somiglianza, e allora penso che doveva essere proprio uno stronzo (detto con molto affetto),  visto che io sono una sua creatura. e gli altri. gli altri non lo so, io cerco di meditare su me, ma inevitabilmente, la convivenza con la comunicazione con gli stessi, seppur minima, dà pessimi risultati.

una persona ha detto che ho messo la testa sul tavolo, ed io mi chiedo se per caso, qualcuno non ci abbia urtato, e l’abbia fatta cadere per terra, ché spesso mi ritrovo senza cervello.

quando la tristezza si siede accanto a me, ci accorgiamo che il dire, non ci porterà nulla di buono. forse partiamo col piede sbagliato, anche se seguiamo i consigli degli anziani, ma la prudenza si sa, è una mancata vitalità.

questa pagina bianca, che per anni è stata la mia voce, incomincia a starmi stretta, ché temo la perdita del suo coraggio.

mettersi a disposizione dell’oggi, è una sfida che non mi appartiene più da anni, come tutte le cose che non sono mai state, nemmeno mie. e il sapere, non è indice di cultura, ma consapevolezza che uno è solo, e di fronte a chi non sa che dare, non puoi dirti nulla di più.

più vado avanti, e più sono convinta delle mie convinzioni. la vita è bella, e non mi stancherò mai di dirlo, ma se vissuta, lo è ancora di più.

non farò la fine di mia madre, che aspetta solo di mangiare per poterlo defecare, anche perché, dalle mie dita, sono uscite molto più, di mille stronzate, e a volte penso che potrebbero bastare. poi penso a, a, a, e mi trattengo. ma quando mi vedo come un attaccapanni, m’arriva un altro tipo di bisogno.

nei discorsi a due, la tristezza mi fa capire l’inutilità di tante cose, e mi dice che gli affetti sono come gli oggetti, e le speranze, o le quotidiane presenze, sono come le bolle di sapone, quando s’infrangono sul pavimento, ché resta una macchia scivolosa. e spesso mi sento uno straccio, e cerco di fermarle in tempo, ma niente. purtroppo.

purtroppo il coraggio m’è infedele, ma io non sono da meno. lui va, e torna quando meno me lo aspetto, ma ultimamente, la mia stanchezza è stanca, anche di aspettare, e quando pisolo mi sente urlare, credo sia andato da lui, ché mi guarda con una forza incredibile.

quando la tristezza siede accanto a me, vivo due volte, ma spesso sento freddo, ché quei ricordi, mi stanno sempre più corti…